L’architettura preistorica in passato
Uomo comincia a sentire la necessità di costruire
Bisogna ricordare che l’architettura preistorica è propria di un periodo in cui l’uomo è esclusivamente cacciatore, non ha fissa dimora e segue la selvaggina nei suoi spostamenti.
Si rifugia in caverne e grotte naturali per ripararsi da intemperie e animali feroci.
Ben presto, però, grazie alla sua intelligenza, organizza in modo diverso gli spazi all’interno della caverna.
Non troviamo quindi tracce di architettura preistorica fino al periodo mesolitico, intorno al 6000 a.C.
Quando l’uomo dopo aver scoperto l’agricoltura e allevamento, inizia ad abitare stabilmente in un determinato territorio, di solito vicino a fiumi o corsi d’acqua.
In montagna è molto più facile trovare caverne dove ripararsi, in pianura questo diventa quasi impossibile.
Inizialmente scava le “caverne artificiali”, cioè profonde fosse, rivestite di corteccia d’albero e di pelli di animale. Resti importanti di questo tipo di rifugi sono stati rivenuti in varie zone dell’Europa centro-settentrionali.
Inoltre specialmente nei posti più freddi, come Scandinavia, Scozia, Alsazia e Alvernia.
Nelle regioni più calde, invece, l’uomo fa ricorso alle cosiddette “camere ipogèe“, dei veri e propri pozzi, accessibili da scale rudimentali in legno.
In fondo ai quali la temperatura era molto inferiore a quella dell’esterno.
E’ sempre in epoca mesolitica che compaiono anche le prime capanne costruite completamente fuori terra.
Da principio sono coniche, molto simili alle tende dei Nativi d’America.
Esternamente l’architettura preistorica vengono ricoperte da pelli d’animale o frasche, a loro volte impermeabilizzate con fango, argilla, o escrementi di erbivori.
A seconda delle zone, della caratteristiche ambientali e dal grado evolutivo delle popolazioni si hanno anche strutture più complesse, fino ad arrivare al Neolitico con le Palafitte.
Le palafitte sono solitamente riunite in villaggi, nei quali possono convivere anche molte famiglie, al fine di proteggersi a vicenda.
Infine, simili alle palafitte, le terramare, costituite da capanne sempre sopraelevate ma poste su terra ferma.
L’architettura preistorica in Europa può essere fatta iniziare con l’età del Bronzo.
L’architettura megalitica
La prima forma di architettura fu quella megalitica perché si fondava sull’uso di grandi blocchi di pietra.
L’architettura preistorica poteva essere ricondotta a diverse tipologie:
Tipologie di architettura preistorica “megalitica”
- i menhir: (che ha il significato di “pietra lunga” in lingua bretone) sono formati da un unico blocco di pietra collocato in posizione verticale sul suolo. Possedevano la funzione di simbolo tombale ed erano sistemati in allineamenti molto lunghi costituiti da migliaia di queste pietre;
- i dolmen: (che ha il significato di “tavole di pietra” in lingua bretone) erano strutture costituite da due pietre verticali sormontate da una o più grosse lastre collocate in maniera orizzontale. All’inizio venivano usati come sepolcri collettivi per gli elementi ed erano coperti da pietrisco o tumuli di terra. Potevano essere utilizzati anche come luoghi di culto;
- i nuraghi rappresentano una speciale tipologia di costruzione megalitica che si trova in Sardegna, ma che ha anche in altre isole del Mediterraneo riscontri in strutture simili. Avevano la forma di case-fortezza e simbolo della organizzazione sociale delle popolazioni di pastori sarde. Ci sono più di settemila di queste costruzioni che si possono collocare temporalmente tra il XV all’VIII secolo a.C.;
- cromlech (che ha il significato di “circoli di pietra” in lingua bretone) erano strutture di forma circolare costituite da pietre sistemate in posizione verticale sul terreno su cui venivano poste grandi lastre di pietra. Si ritiene che queste costruzioni servissero per il culto del Sole. Vicino a Salisbury, in Inghilterra, si trova il complesso di Stonehenge che è il maggiore cromlech al mondo.Abbiamo qualche informazione in più su Stonehenge, come ad esempio il fatto che faceva parte con grande probabilità di una struttura più ampia è che risale a circa cinquemila anni fa.
L’archeologo britannico Michael Parker Pearson, esperto di architettura preistorica, sostiene che Stonehenge era un complesso funerario che apparteneva agli abitanti di un villaggio vicino.
Un altro studioso, Vincent Gaffney della University of Bradford, ritiene invece che Stonehenge fosse solo una parte di un sito molto più ampio.
Altri esperti pensano che questa forma di architettura preistorica fosse un posto dai poteri curativi e considerato magico e che quindi servisse non per ricordare i morti ma per i vivi. Certamente il fatto che ancora adesso ci siano diverse teorie su Stonehenge è la prova che si tratti di un caso molto raro.