SUPERGA DI TORINO
Tutto ha avuto inizio per un voto che il duca di Savoia Vittorio Amedeo II fece durante una battaglia contro i francesi davanti alla statua della Madonna delle Grazie.
Nella chiesa che si ergeva sulla collina di Superga promise che, se la battaglia si fosse svolta a loro favore, avrebbe fatto edificare la basilica che ormai tutti conosciamo.
La sua costruzione in stile tardo barocco e neoclassico iniziò nel 1717, ma venne completata con le varie ristrutturazioni nel 1731.
Si tratta di una basilica di grandi dimensioni (lunga 51 m e alta 75, si trova a 672 metri sul livello del mare) ed è proprio questa sua caratteristica che le permette di essere visibile addirittura dal centro della città di Torino.
Da qui è possibili avere una visione ampia della città di Torino.
Si tratta di un luogo panoramico molto visitato da chiunque faccia una tappa nell’ ex terra sabauda.
La parte più caratteristica è la cupola. Costituita da due calotte (interna ed esterna) divise da un intercapedine, può essere considerata un lavoro avanguardista.
L’interno della chiesa è costituito da una pianta a croce greca e decorato da moltissime sculture in marmo di Carrara.
Inoltre è costituito da sei cappelle e quattro altari.
Molto interessante è il fatto chele tele dell’altare principale e la cupola sono ispirate alle opere romane del Borromini.
All’ interno della Cappella del Voto vi è la statua in legno della Madonna delle Grazie a cui si era rivolto Vittorio Amedeo II per riuscire a vincere sui francesi.
Per quanto riguarda la cripta vengono custoditi i resti di Vittorio Amedeo II, Carlo Emanuele III, Carlo Alberto e Vittorio Emanuele I.
Nel 1884 è stata aperta una funicolare che collegava Superga alla zona Sassi di Torino, trasformata più tardi in tranvia.
Tutt’ora Superga viene utilizzata per recarsi alla basilica e viceversa .
L’avvenimento più recente riguarda una tragedia accaduta nel maggio del 1949 quando l’aereo che trasportava i giocatori del Torino Football Club, in rientro dalla città di Lisbona, si schiantò sul colle senza lasciare alcun superstite.